Primo giorno di scuola, i quaderni ancora con la copertina perfetta, i libri con le pagine da tagliare… Anzi no!
Ammettiamolo: sotto l’ombrellone si sta benissimo, in montagna al fresco niente male, con le proprie donne ancora di più… Ma adesso si torna a parlare di calcio. Di quel tormento settimanale che per tanti è solo un “gioco”. Per noi no signori miei, è un culto laico, una religione una fede. È dannatamente qualcosa di più bello. Lo capite o no? Lo spalleggiare il compagno durante l’ultimo scatto, si arriva insieme, come un padre sorreggerebbe un figlio. Un compagno di squadra è da proteggere, è per sempre… Comunque vada.
La doccia gelata di un gol subito al 95’, la gioia di segnarne uno quando giochi male, superare i propri limiti:
”Pensa al lavoro, hai famiglia! Sei vecchio non puoi permetterti infortuni!”
“Ma chi te lo fa fare!? Perché domenica non andiamo da mia mamma?”
“Lo sai? È uscito quel nuovo film…”
NO! NO! E NO!. Noi per sentirci vivi abbiamo bisogno di quei 90’ a settimana, di quel fango sulla pelle, le sbucciature ai ginocchi.
PER SENTIRMI VIVO VOGLIO GONFIARE LA RETE E CORRERE VELOCE AD ABBRACCIARE I MIEI COMPAGNI. VOGLIO PARARE QUEL DANNATO CALCIO DI RIGORE, VOGLIO ENTRARE DALLA PANCHINA E RISOLVERE LA QUESTIONE.
….Oggi nella borsa hai messo le scarpette da ginnastica, quelle brutte quanto la fame nel mondo… Quelle che non usavi da un po’, le maglie “della salute” che da pigiama estivo o seconda pelle di inverno diventano delle corazze pesanti ed intrise di sudore, gli amici di sempre, quelli nuovi da “inquadrare”.
Le divise rinnovate, un obbiettivo da raggiungere. Le urla del mister, la fiducia del Presidente, un meraviglioso staff al seguito, un direttore sportivo famelico di successo… Le scarpe con i tacchetti ingrassate e lucidate a dovere, l’olio di canfora, i sali per reintegrare, la voglia di vomitare per la fatica, i guanti variopinti nuovi di pacca, uno stemma nuovo, e ci mettiamo umilmente anche noi che vi scriviamo: una voglia di raccontarvi e farvi vedere tutto ciò che succede attorno alla gloriosa seconda squadra di Firenze.
Sperando che questo breve pensiero possa essere ripreso a fine anno, stampato, messo in un quadretto fatto a mano, biancorosso, magari dipinto con quelle tempere che non sapevi neanche più di avere.
I tifosi sulla gradinata pronti a ruggire… E allora… FORZA RAGAZZI, FORZA RONDINELLA!
